Questa serata ci prendiamo uno spazio per rendere omaggio e riascoltare la breve
Juliet Berto, too soon..
vita di un genio, compositore e musicista che ha operato brevemente purtroppo nel campo del Jazz. Dico subito che la morte è avvenuta per complicanze comunque dove il fisico debilitato da sostanze, alcol e droghe ha avuto un peso notevole.
vita di un genio, compositore e musicista che ha operato brevemente purtroppo nel campo del Jazz. Dico subito che la morte è avvenuta per complicanze comunque dove il fisico debilitato da sostanze, alcol e droghe ha avuto un peso notevole.
Per molti all'ascolto, questo nome e l'immagine del nostro, saranno del tutto sconosciuti e stasera sarà quindi l'occasione per vederlo in streaming, durante i video e le clip che saranno messe in onda, peraltro già applodate sul tube.
Intanto, un primo saggio di lui, dal Tokio Jazz festival "2006, età di 16 anni!
Dico subito che il tipo di suono e di impasto sonoro che esce fuori dal piano di peralta mi ricorda quello di un mio amatissimo pianista, McCoy Turner, di cui abbiamo già parlato dell'esibizione a Montreux di alcuni anni fa. Per giunta, Peralta, già praticamente abilissimo pianista dall'età di 12 anni, è sempre unico compositore e arrangiatore dei duoi brani e questo lo rende una figura del tutto peculiare non solo per l'età.
Qui lo vediamo in una delle ultime apparizioni live, 2012 in Brasile, con un Fender vecchio tipo, ma in realtà, si tratta di un Rhodes senza corde, credo il R6.
Come si vede, si tratta di un musicista di altri tempi, più legato alle prime esperienze fusion che a quelle degli anni duemila. Non a caso, come George Duke, ha una predilezione per suoni vintage (Fender Rhodes) e Roland V piano, ma anche lo stile compositivo ed esecutivo rimanda chiarissimamente a quella stagione di jazz contaminato con altre espressioni, che poi ha imperversato fino a tutti gli anni ottanta e fino ai primi novanta.
Qui lo ascoltiamo, siamo vicinissimi alla morte, ospite del quartetto di Drew Simpson, quindi in una forma di jazz assai più tipica degli anni duemila, dove se la cava impeccabilmente con eccezionale sensibilità e temperamento.
Per capire cosa intendo con il jazz e roba affine dei novanta e duemila, vi faccio sentire questa neretta, dalla voce che ricorda un poco ma solo appena un pochetto un'altra grande, quellla veramente grande e non la nomino, Erykah Badu. Inutile dire che si tratta di una forma di intrattenimento molto contaminata, dove il tutto viene confezionato epr essere di facile assimilazione (non a caso il video è stato cliccato 4 milioni volte)... Robetta, acquetta fresca, gradevole, niente di più. Se vi accontentate, e io spero di no, almeno, io non mi accontento di certo.