07/03/14

Distruzione dei Miti: Renzo Arbore e la goliardia di genio.

Da spirito libero e selvatico, ora che si può fare, mi posso permettere facilmente, con
google, di scrivere qualche nota su un personaggio che la mia generazione si è trovata di fronte come un elemento del paesaggio: musicale, televisivo, alternativo, radiofonico e del mondo dell'intrattenimento in genere, fino al cinema, sia pure con risultati assai discutibili.
Renzo Arbore, vale a dire la goliardia fatta personaggio, il voler presentare sempre quell'aspetto bambinesco e fanciullone di sé, una specie di istrione e divertito burattinaio del mondo del music business e della comunicazione radiofonica prima, poi televisiva.
E' riuscito, non senza meriti, a passare per un personaggio di genio, cool, un meridionale che si prende con ironia in giro e scherza anche su se stesso, nascondendo tutta una serie di aspetti assai più problematici e meno conosciuti, che per gioco forza ci sono.
Ecco che affiorano i soliti tormentoni che il personaggio, tutto mediaticamente costruito, completamente artificiale per il pubblico, si presenta come esperto di musica, crea l'associazione dei DJ italici, si dispiega come autore in televisione e in radio, appare ai microfoni ma è molto timido, e non funziona se non può avvalersi di suoi bracci operativi, da Boncompagni, suo consocio radiofonico in Alto Gradimento, a Frassica, che assurge a suo corrispondente sul floor del Cacao Meravigliao. 
I miti: Napoli, il Meridione e la sua cultura musicale, Totò, la passione per il clarinetto, il grande Robberto Murolo, la sua coorte di amici sin dalle scuole elementari, che puntualmente accredita e lancia in televisione, tra battute maschiliste della più bell'acqua (tipicamente meridionali) a tutta una serie di preludi e intermezzi altamente goliardici, basati sul suo eterno mito dell'improvvisazione, che lo spingono a sentirsi autorizzato a dichiarare che Robberto Benigni (che per me non è un genio, né un mito), ha appreso a improvvisare anche stando con lui (ricordate l'Altra Domenica? quella che si anteponeva a Pippo Baudo e Corrado?).
Erano gli anni che segnavano l'affermazione di Craxi, e precedevano il delitto Moro,  nei quali si potevano vedere seni nudi in Tv, compreso la mitica Patty Pravo, che esibiva a Strix il suo androgino seno, certamente non assimilabile al prorompente davanzale della giovanissima ragazza pre era letterine, veline eccetera, signora  Barbara d'Urso, che ne faceva di tutti i colori, pur di conquistarsi uno spazio di notorietà.
Parla di Tenco, dichiarandosi un suo amico romano (e quando mai Tenco è stato a Roma, se non proprio nell'ultimo anno di vita?), e che lui era al corrente della sua relazione d'amore con Dalida, assieme a Dino Lavagetto e alla sua allora compagna, la bellissima cantante e attrice, Miranda Martino. si accredita come suo confidente e amicone, lo descrive come un compagnone, uno che scherzava sempre (cosa che era anche vera ma c'era anche la faccia lunare di Tenco, che Arbore non vede né vuole e può vedere), e che avrebbe dovuto presentare a Sanremo, quel 1967, una prima vera canzone tutta di stampo italico, da anteporre alle consunte litanie della canzone di protesta americane, ormai divenute di moda. E' convinto che Tenco si sia suicidato perché deluso dall'esclusione della sua canzone in cui lui dice che sapeva che Tenco credeva molto, come è convinto che Tenco e Dalida si amassero profondamente e avessero preventivato le nozze (roba da ridere, questa si, e lo sappiamo bene cosa c'era nella testa di  Tenco, che non credeva affatto di vincere in Festival, né gli importava meno che mai di Dalida. Ma figuriamoci se Arbore ci avrebbe mai raccontato la verità sul mondo dell'industria discografica e sui suoi intrighi anche a Sanremo!

Istrione, burattinaio, genio, ideatore di programmi e personaggi, manipolatore dei gusti del pubblico, che incontra nel modo più popolare ma travestito da alternativo, da diverso, e sempre con la goliardia in primo piano. E' passato su tutto quello che girava in quel periodo (protesta studentesca, primavera di Praga, moti delle università americane eccetera), con una risata e una serie di freddure, tra pubblicità per la Marzotto, spot per i bambini sordo-ciechi, bevi birra e sai cosa bevi (campagna in favore dell'alcol per i giovani), in una commistione di opportunismo e bieco fine commerciale e di auto glorificazione.
Se non fosse stato fuori concorso avrebbe anche vinto il Sanremo, con quel motivetto goliardico e demenziale del Clarinetto, con la giuria e il pubblico, pronti a celebrarlo, sia chiaro.
Amico di quell'ex scribacchino di musica italica per il Sorrisi, poi manager di successo per artisti, ad esempio Morandi (che lo ha scaricato con definitivo risentimento che persiste ad oggi reciprocamente), tale Adriano Aragozzini, che da grande simpaticone, vanta di aver sostituito se stesso come partner di Tina Turner, convincendola a lasciare il povero Ike Turner, che era un peso (come se Ike non fosse stato una icona del rock, dai suoi inizi, e conservo ancora i suoi dischi, veri gioiellini degli anni fine cinquanta).
Va bene, mi fermo e altro dir non vo', perché mi auto censuro.
Ah, dimenticavo: da anni continua a dilettarci con le oscene canzoncine da festa di paese di lusso per emigrati americani e sud americani, di tale sua creazione Orchestra italiana, credo si chiami così: inoltre ha portato in tv Bollani, ottimo musicista, per fargli fare le solite scenette da mezzo deficiente, o se volete, per insegnargli l'improvvisazione televisiva. E bravo Bollani...
Delle cianfrusaglie da quattro soldi che colleziona raccogliendole in giro per il  mondo, rientra nel settore goliardia: telefoni a forma di macchinina o di banana, eccetera.
Insomma, un amico di tutti, a partire dai suoi nemici, tanto non ne ha.




ARBORISMO SENZA LIMITISMO – LUCA TELESE FULMINATO DALLA PIEDIGROTTA DI RENZO ALLA VERSILIANA, UN FUOCO D’ARTIFICIO DI CANZONI, ANEDDOTI, RICORDI – ‘’PENSATE CHE PER ANNI MOLTI CREDEVANO CHE “IL CLARINETTO” FOSSE UNA CANZONE A DOPPIO SENSO.... INVECE NE HA UNO SOLO. QUELLO LÌ!" - ARBORE SI SCATENA IN UNA LISTA DI SINONIMI CHE NEMMENO BENIGNI. "IL PIÙ BELLO E ANTICO É CREAPOPOLI. SE CI PENSATE É QUASI SEMPRE A SINISTRA. L'UNICA COSA CHE É RIMASTA A SINISTRA. NEI SECOLI"….

RENZO ARBORE MONICA NANNINI E GEGE TELESFORO NEL PROGRAMMA RAI DOCRENZO ARBORE MONICA NANNINI E GEGE TELESFORO NEL PROGRAMMA RAI DOC
Renzo allarga il suo sorriso: "Ecco, per esempio, prendete il venditore di cd taroccati di Caianiello. Un genio. Monti dovrebbe studiarlo... Altrimenti non può capire questo paese". Non fa in tempo a finire la frase, Renzo Arbore, che dal parco della Versillana si leva un applauso scrosciante. Non si capisce bene se é di simpatia per lui, per il taroccatore, o per l'idea che qualcuno - finalmente - possa rimettere a studiare il governo dei tecnici.
Venerdì sera, Marina di Pietrasanta.
RENZO ARBORE E PIPPO BAUDORENZO ARBORE E PIPPO BAUDO
È da 21 anni che con la sua banda di musici solari Arbore gira e canta per il mondo, ma mai come ora l'Orchestra italiana e il suo profeta sono stati contemporanei ed attuali. Provo a capire perché. In primo luogo perché il vulcanico Arbore, lo strepitoso Gegé Telesforo e la loro sfavillante scuderia di talenti sono visti come un bene-rifugio e un anatema scaccia-crisi.
E poi perché la "napoletanitá mainstream" inventata (o re-inventata) dall'Orchestra italiana diventa uno dei pochi antidoti possibili all'angoscia dei tempi bui, alla dittatura dello spread: 1.445 biglietti esauriti da due settimane e ressa al botteghino per chi é rimasto fuori, qui come ovunque in giro per l'Italia.
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Su twitter già si preparano alla prossima tappa: "Lo aspettiamo ad Eboli!". Ovviamente ci scherza, Arbore, su questo successo, esibendo una cornicetta che si porta dietro per scaramanzia. C'é dentro un bigliettino affisso al teatro Bellini, in una serata di sold out. Adesso lui la declama, divertito dal palco: "Renzo Arbore é esaurito. Si prega di non insistere". E giù un'altra ovazione, e risate, e urletti.
E allora sará il caso di tornare al taroccatore di Caianiello che, secondo Arbore, Mario Monti dovrebbe studiare (io temo che non sia in grado di capirlo, perché non é traducibile in tedesco). Ripartiamo da lui, perché ogni volta che la racconta, questa storia, Renzo, diventa più bella: "A Caianiello c'é un signore che vende i dischi falsi, e fin qui nulla di strano..".
Arbore sorride: "Vende i miei dischi piratati.. Eh, eh, eh...". Partono i primi sorrisi: "Il bello é che li vuole vendere a me!". Applauso. E qui l'uomo della notte piazza la battuta che il premier dovrebbe studiare: "Lui, il taroccatore, insiste. Io resisto. E allora mi sorride e mi fa: 'Scusi, dottore Arbore: ma se non se ve l'accattate vuje, chist' ciddì, chi se lo deve accattare?'". Sì, un genio: e infatti il pubblico della Versiliana si spella le mani.
Così non puoi che chiederti:. quale é il segreto di uno spettacolo che riempie i teatri di tutto il mondo per quattro lustri? Semplice. Prima di tutto lui, Arbore, che a Marina di Pietrasanta era addirittura senza voce. Un altro avrebbe di sicuro annullato il concerto. Invece lui ci ha scherza su: "Sapete che faccio? Mi aiuto con le canzoni comiche di Murolo.." (non richiedono acuti).
ILCONCERTO DI RENZO ARBOREILCONCERTO DI RENZO ARBORERENZO ARBORERENZO ARBORE
E giù repertorio illustrato didatticamente: perle come la "Casciaforte" (quella metaforica dove riporre le cose belle di una vita), come Fragola fra, o la storiella esilarante dell'uomo che é stato lasciato da una amante pretenziosa e racconta tutto quello che si puó comprare con i soldi risparmiati.
A metá concerto - per magìa - Arbore va al piano, sconfigge la raucedine con la sola forza di volontà, e si mette a cantare "Piove", di Domenico Modugno, con la gente in platea che letteralmente si commuove: sia per "Ciao-ciao bambina". Sia per la generositá delle corde vocali di Renzo: "Va suonata così, semplicemente, alla tastiera, come piaceva a Mimmo".
Breve digressione. Io faccio parte della generazione che nell'arborismo, per sua fortuna, ci é cresciuta. Alle elementari ai tempi dell'Altra domenica, sedotti dalle facce da matto di Andy Luotto o dal fatti-più-in-lá delle sorelle Bandiera. Alle medie cantavamo "Ma la notte" nei corridoi di scuola, e chiedevamo di restare svegli ai genitori per ammirare i pennacchi di Renzo: le prime speculazioni intellettuali le abbiamo fatte educati dall'ironia intelligente di Luciano De Crescenzo e di Riccardo Pazzaglia ("Il livello é basso!").
Dentro questo mix irripetibile di suoni, goliardia e buon gusto - come metá della popolazione attiva a partire dai fan piú antichi, che vengono da Alto Gradimento - abbiamo imparato a scherzare. Perché solo Renzo puó fare venti minuti di spettacolo prendendo in giro il monumento di se stesso: "Io lo so, lo so. Molti di voi sono qui perché a casa si chiedono: 'Vediamo come si mantiene Arbore'...". (Applauso elettrico e divertito).