16/05/14

Tony Pagliuca e la verità sul business di Sanremo e musica.

Mi sono deciso a pubblicare anche se in ritardo, la lettera idealmente scritta
da Pagliuca a Celentano, solo ora perché, non che ritenga Celentano un miserevole, anzi, so che è una persona a suo modo molto sensibile e generosa, ma solo perché Celentano in fondo è nel business della musica da sempre e lo ha fatto in prima persona con la sua Clan in cerca di talenti. Non so se la letteera di Tony sia solo una forma dimostrativa, ma pur essendo del tutto d'accordo con lui, non mi aspetto niente dal mondo ufficiale dell'industria musicale, delle radio e tv, né  dei grandi personaggi, da Dalla a Celentano, che ripeto, pur molto umani e sensibili, fanno comunque parte dell'establishment. 
Per quelli come me, restano solo i piccoli pub, qualche appassionato che ci allunga qualche biglietto da 100 euro per gratitudine e poco altro. Ci resta anche la voglia di fare musica a modo nostro, senza compromessi.


“Caro Adriano, (Celentano)

io sono Tony Pagliuca ex componente de le Orme, dal 1° Gennaio mi è stato tolto il Fondo solidarietà dei soci Siae un mensile di 615 euro era il mio unico sostegno economico sicuro e non so come andrò avanti con moglie insegnante precaria e due figli che studiano, mutuo prima casa ecc. 

Ma ora non protesto perché mi sento ancora libero e al fianco di tutti coloro che cercano un posto di lavoro onesto e perché ho fiducia nel futuro e confido nell’operato del presidente del consiglio Mario Monti che mi sembra una persona per bene.

Ho pagato ancora a malincuore il canone Rai e mi permetto di dirti che se quest’anno vai a Sanremo cerca di rimanere nel tuo campo quello che ti ha dato il successo e cioè il canto, canta le tue belle canzoni partecipando magari anche tu alla gara. E se invece sentirai il prorompente bisogno di monologare allora raccontala giusta.

Racconta che la cultura deve tornare a circolare libera nei suoi spazi e non deve essere mai più in mano alla casta della canzone.

Racconta che ciò che si sente in radio e si vede in tv non è il meglio di ciò che la nostra bella Italia produce. Perché gran parte delle programmazioni sono al soldo delle case discografiche e dei grandi management S.p.a.

Racconta che nel nostro paese ci sono tanti giovani talenti che non trovano mai spazio e se lo trovano sono spremuti e gettati come limoni.

Racconta, se permetti , che il sottoscritto pur avendo scritto delle pagine di musica rock progressive riconosciute in tutto il mondo, per partecipare in gara a Sanremo con il suo gruppo ha dovuto pagare 50 milioni di lire per “ il parrucchiere” mentre tanti altri concorrenti privilegiati non solo non hanno pagato niente ma sono stati loro pagati fior di quattrini per la loro prestazione. 

Racconta che tanti altri musicisti come il sottoscritto hanno cercato , rinunciando a facili guadagni, di elevarsi all’altezza dei grandi della musica producendo, in proprio, lavori di pregio che non si sentiranno in Rai e non si vedranno in TV a causa dei conduttori corrotti e se le loro opere non saranno conosciute non potranno di conseguenza fare il loro lavoro e cioè i concerti.

E se condurrai più di una serata: Chiedi che Sanremo sia un concorso di giovani che studiano la musica non il cimitero degli elefanti. Chiedi infine di bonificare l’ambiente dagli spacciatori di droga, dai giornalisti corrotti, dai manager evasori e infine la mia preghiera: non duettare con Madonna ( il solo nome dovrebbe farti allontanare) e chiedi per Sanremo la benedizione di Benedetto XVI, il papa ama la musica, l’Italia e vuole bene a tutti gli artisti.

Antonio (Tony Pagliuca)”