07/01/15

Pino Daniele, tanta musica, tante donne e tante case, ma non in Campania.

Dico subito la mia sulla sua morte perché diciamo, sono del ramo: la decisione di non farsi ricoverare
nel vicino e attrezzato ospedale di Grosseto ma di Roma, dopo credo aver parlato con il suo cardiologo di fiducia, è stata sicuramente la decisione più sbagliata che si poteva prendere. Se mi avesse telefonato a me, avrei detto di recarsi rapidamente al primo centro attrezzato (per angioplastica) più vicino, mentre intanto mi mettevo a cercare qualcuno per farmi condurre presso l'ospedale di ricovero, dove avrei fatto se possibile, quello che dovevo e potevo, ripeto, se ci fosse stato il tempo e la condizione. Invece si è parlato di ritardi nell'arrivo dell'ambulanza, ma si è confermato che Daniele voleva a tutti i costi farsi visitare dal suo cardiologo romano che lo segue da sempre.
Da qui, la corsa in auto verso Roma, si parla anche di una ruota bucata (lo leggo sui siti internet, quindi si tratta sicuramente delle solite bufale dei frequentatori del web), e comunque, ancora non ho capito se Daniele è morto come dicono in Tv, quando l'ambulanza è giunta, oppure durante il viaggio in auto. E' chiaro che partire in auto guidata dalla compagna, e non su un mezzo attrezzato era un rischio comunque enorme, e non si capisce che senso avrebbe avuto portarlo a Roma se era già morto. Quindi quanto ho sentito in TV (RAI, La7), sono le solite storie che si dicono all'inizio, poi la verità completa la sapremo, per chi è interessato, a tempo debito.
Comunque, non avrei mai autorizzato per telefono di farmi raggiungere in un viaggio su auto privata a Roma, proprio per i rischi del subentro di complicazioni e aggravamenti improvvisi, che si devono sempre temere in questi casi (specie se il paziente era già stato operato credo 4 volte di angioplastica e quindi con tendenza alla recidiva, sempre potenzialmente più minacciosa e grave).

Daniele l'ho visto distrattamente mentre facevo la mia cenetta di ultimo dell'anno, sulla Rai credo, per lo spettacolo di fine anno, mentre si esibiva credo al freddo, attorno alla mezzanotte, e in un ambiente dove non mi attenderei certo di vedere uno come Daniele (ma già mi dissero che era andato a Sanremo qualche anno prima, per accompagnare i giovani, come Battiato eccetera).
Mi piacerebbe sapere che stile di vita conduceva negli ultimi tempi, voglio dire lo stress per le esibizioni dal vivo, il cibo, il bere (sapete che fa il vino, come di moda negli ultimi decenni tra i VIP? come la stella politica D'Alema, di cui è amicone), il sesso, i rapporti famigliari e con le ex mogli, con le figlie e figli eccetera. Nella foto di Chi, lo vedo abbracciato alla sua nuova donna, con un sigarino in bocca, credo, quindi fumava anche.

Ora passo alla parte musicale che interessa qui in tema più stretto.

Un musicista sicuramente valido, perfezionista e tecnico, dotato agli esordi di una vena poetica di notevole fattura, che poi, si è piano piano dissolta, Napoli, sembra il cantore di Napoli, ma quella Napoli popolana e dei bassi, tanto cara a Senese, non era più da molti anni la Napoli di Daniele.
Infatti con la sua mania per le case, si era trasferito prima verso Formia, per approdare in Maremma, al riparo dalle nubi tossiche, dai fuochi e dal marasma di Napoli. La sua abitazione era a Roma da lustri, per dire e anche questo spiega il caos che si è creato a Napoli, da chi reclama il corteo funebre a Napoli e non a ROMA.
Le donne, che dire: solo pochi mesi fa, l'ultima fiamma, per la quale si è detto aveva lasciato la moglie (la seconda, per l'esattezza), e ormai vivevano assieme una nuova vita sentimentale.
Insomma, che dire: come musicista e appassionato di musica anche popolare, Daniele mi era moderatamente piaciuto ai suoi esordi, a fine anni settanta, ma si è trattato di un breve periodo, svanito e affievolito se non dissolto con gli anni ottanta (tragici anni per la musica pop, in cui l'apparenza, le tinte dei capelli, le mossette stereotipate erano l'essenza del decennio, sia pure con poche eccezioni vedi David Silvyan, vedi il vecchio e buon Robert Wyatt e altri nomi della vecchia guardia, che stoicamente riuscivano a tenere il passo di una ottima produzione musicale, che si sommava a nuovi nomi, come quel genio di Paul Weller).
Ho conosciuto Wyatt molti anni fa e ancora ci sentiamo via internet per scambiarci qualche saluto e farci qualche confidenza: e grazie a dio, Robert gode di una reputazione illimitata, al punto che ogni anno dei grossi nomi tengono esibizioni per foraaggiare il lavoro di Robert. Ultimamente ho visto Roger Waters, vecchio amico dei cugini musicali di Wyatt, esibirsi tutto da solo, con un seti di chitarre e una decina di pedalini per modellare il suono.

Pino Daniele dicevamo: l'ho visto solo una volta dal vivo, un bello spettacolo, ma incomprensibilmente, la gabina di corrente era autonoma, fatta da un accumulatore azionato dal motore di un camion puzzolentissimo, posto dietro al palco, rumoroso e puzzolente. Inoltre, si respirava un'aria tipicamente da gente dell'Arci, che organizzava il concerto e si vedevano le solite facce di gente del pci, le solite facce che giravano con la valigetta e con lo stipendiuccio del partito.
In una ulkteriore occasione, le nostre strade si sono causalmente incontrate a notte tarda, quando ci siamo ritrovati in due truppe distinte, a mangiare nello stesso locale, aperto per noi. Quella volta, già saturo dell'ambiente festaiolo e incline agli eccessi di tutti i tipi (cibo, bere, donne eccetera), tipici dei musicisti, mangiai e me ne venni via in fretta, lasciando solo un breve saluto di rispetto alla truppa di Daniele che faceva festa come sempre.

Va bene, la finisco qui. e sia chiaro, non voglio dare alcun giudizio sulla persona, se poi amava case e donne, non mi sembra nulla di diverso da tante pop star (Robert vive da sempre con la stessa compagna e anche Roger, per fare due esempi già citati, ma molti altri hanno cambiato partner molte volte, almeno durante i loro primi 50 anni). Ma musicalmente, avrei pensato che a partire dai novanta, uno come lui avrebbe potuto metter su una formazione più votata al jazz e girare in piccoli locali, facendo una musica più adulta, matura e raffinata, come hanno fatto tanti ottimi musicisti stranieri che conosciamo bene. (per dirne due, Chris Dreja o Drea come si è scritto, era assieme a Paul Young un appassionato e fine esecutore di blues, (inutile parlare de The Yardbyrds, perché tanto non li ricordano che noi vecchietti) ma entrambi sono giunti al successo negli anni ottanta e novanta con musichette commerciali, per fare soldi (a palate): recentemente, ho rincontrato Drea e Young in un localino dove suonavano dei blues deliziosi, divertendosi come pazzi).
Saluti.


L’ultima compagna, Amanda, ha passato le ultime ore con Pino Daniele, in macchina, nel viaggio disperato verso Roma. La ex moglie, Fabiola Sciabbarasi, non nasconde l’amarezza e un certo risentimento: “Amanda, che era l’unica in macchina con Pino nell’ultimo viaggio, dica tutto quello che sa. Voglio la verità sulla morte di mio marito per i miei figli e per gli altri suoi figli”. E la magistratura ha appena autorizzato l’autopsia, aprendo un’inchiesta per omicidio colposo contro ignoti proprio per poter chiarire ogni dubbio.
Lo chiama ancora “mio marito”, Fabiola Sciabbarrasi, lasciata da Pino Daniele proprio per amore di Amanda, una donna di cinquant’anni con cui viveva nell’ultimo periodo.
Il giornalista dell’Ansa la chiama al telefono mentre entra nella camera ardente per l’ultimo saluto a Pino Daniele, ma lei ha voglia di parlare, di rendere pubblici dubbi e risentimento. Fabiola è la seconda moglie del cantante morto d’infarto tra domenica e lunedì, è la madre di tre dei suoi cinque figli. Ed è certa che a guidare la macchina, a differenza da quanto riportato dai giornali, quella notte fosse Amanda, ultima compagna del cantautore. “Non ho rapporti con lei a causa di come è stata gestita questa storia negli ultimi dodici mesi. Non ci parliamo ma io andrò fino in fondo. Quella sera in casa c’erano anche i miei figli Sofia e Francesco e Cristina, l’altra figlia femmina di Pino. E’ stata lei a riaccompagnare a Roma i miei bambini, mentre la ‘signora’ portava in ospedale Pino. Ho letto sui giornali della gomma dell’auto bucata sull’Aurelia ma, non so, questa forse è un’invenzione”.
Si sono incontrate, le tre donne di Pino, proprio alla camera ardente. Dorina, la prima moglie e madre dei due figli maggiori, più defilata. Poi Fabiola e Amanda, e non dev’essere facile essere nei panni di quest’ultima, immaginiamo in preda ai sensi di colpa per aver seguito il desiderio di Pino che voleva a tutti i costi tornare a Roma dal suo cardiologo, nonostante i sintomi dell’infarto l’avessero colto in Maremma, a ore di distanza dalla capitale.
Fabiola però vuole sapere come sono andate le cose.Vuole l’autopsia. “Sono favorevole all’autopsia sul corpo di mio marito, se è un passaggio necessario a stabilire la verità sulla sua morte”.
“In un primo momento – spiega ancora all’Ansa – avevo rinunciato all’idea dell’autopsia per evitare un’ulteriore oltraggio al corpo del padre dei miei figli. Poi, ieri, sono stati gli inquirenti a chiamarmi per dirmi che forse sarà necessaria per stabilire che cosa è successo e chiarire meglio la dinamica della morte di Pino. I quesiti – continua – sono tanti e tutti ancora aperti. Ripeto, voglio solo la verità e la cercherò in tutti i modi”, conclude.
La magistratura sembra andarle incontro. La Procura di Roma indaga per omicidio colposo in relazione alla morte del cantautore. Il procedimento, al momento contro ignoti, è affidato al procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e Marcello Monteleone che hanno disposto l’autopsia che verrà svolta dopo i funerali di Roma e Napoli.
L’indagine vuole accertare se la richiesta di andare a Roma, dopo essere stato colto da malore, sia arrivata effettivamente dallo stesso artista partenopeo. Secondo quanto accertato la sera del 4 gennaio la compagna di Daniele, Amanda Bonini, chiamò il 118 per chiedere l’intervento di una ambulanza. I medici, arrivati nella zona del casale dove viveva Daniele, contattarono di nuovo i familiari i quali comunicarono che si sarebbero recati con mezzi propri a Roma dal cardiologo di fiducia del cantante.

Dopo l'addio, come sempre in casi simili, arriva il momento in cui spunta il dibattito sull’eredità. A quanto ammonta quella di Pino Daniele? Come sarà divisa tra i cinque figli, le due mogli, la compagna che era al suo fianco nel momento della sua morte? Andrà qualcosa ai cinque fratelli, ai nipoti?

«Dico sempre: quando state per morire “magnateve” tutto, lasciate i debiti. Perché per quattro lire si scannano, per pagare i debiti si mettono d’accordo», aveva detto nella sua poco ortodossa omelia in romanesco al Divino Amore padre Renzo Campedella.

In queste ore nei familiari tutti, domina il dolore, amplificato ulteriormente, se possibile, dai dubbi disseminati dall’inchiesta, dallo strazio dell’autopsia, dalla coincidenza del furto in casa in Toscana. Una civile, anche se gelida, convivenza, ha permesso alle tre donne della sua vita di sedere quasi l’una al fianco dell’altra nelle due cerimone funebri, di condividere il lutto con persone a volte mai viste. Poi verrà il tempo di capire che cosa dice il testamento dell’artista, di discutere di assi ereditari, di quantizzare liquidi e proprietà.

A Roma il Nero a metà possedeva la casa dalle parti di piazza Mazzini in cui oggi vive la moglie Fabiola Sciabbarrasi con i figli Sara, 18 anni, Sofia, 13, e Francesco 8; lo studio di registrazione in via Sabotino, ormai quasi dismesso dopo la decisione dell’artista di andare a vivere in Toscana; la villa sull’Aurelia, in cui aveva anche girato un videoclip ai tempi di «Iguana cafè». Alla primogenita Cristina e al fratello Alessandro aveva comprato case a Roma, alla moglie Dorina nel momento del divorzio era andata la villa di Formia, dove era proprietario di un altro appartemento.

Il buen retiro in Maremma, dove viveva da un anno con la compagna Amanda Bonini, tra Magliano e Orbetello è una vecchia struttura a pianta quadrata dell’Ottocento, costruita dai Colonna, nobile famiglia latifondista: due piani da circa 150 metri quadri l’uno, volumi trasformati in dependance. Il lazzaro felice se ne era innamorato a prima vista, immaginando di aver finalmente trovato quella «Pace e serenità» cantata da una sua canzone. Con la Sciabbarrasi era rimasto incantato davanti al giardino di circa un ettaro che lo circondava, dalle fila altissime di cipressi che ne coprivano i quattro lati.

Aveva cambiato faccia alla villa, arricchendola con una piscina, un giardino all’inglese con olivi secolari, un arredamento di antiquariato. I vicini parlano di un valore intorno ai tre milioni di euro, la proprietà dovrebbe essere divisa a metà con Fabiola.
Poi, in riva al mare della Giannella, a Orbetello, c’è il Tuscany Bay, jazz bar, ristorante deluxe e stabilimento balneare con trenta dipendenti nella stagione calda e dieci in quella invernale, 880.000 euro di volume d’affari nel 2013. Il 4 novembre scorso la compagna Amanda Bonini era stata nominata amministratrice unica della srl, proprietà per il 90% per cento del cantautore, per il 10 intestata al figlio Alessandro.

Daniele nel 2011 aveva vinto il bando comunale per aggiudicarsi la struttura, un’ex colonia marina ristrutturata con parcheggio, per 18 anni, con un canone annuo di 102.000 euro più Iva.
Poi, naturalmente, ci sono i proventi derivanti dalla carriera del cantautore che recentemente, come per tutti, si erano molto diradati sul fronte discografico, puntando soprattutto sul fronte del palco, oltre che sui proventi Siae (350.000 euro nel 2013, ultimo anno certificato).

Sessantamila euro di cachet, l’estate scorsa, per i concerti con la sua band, 110.000 per quelli con la Roma Sinfonietta che l’avevano portato ad esibirsi anche di fronte alla Reggia di Caserta, direttamente organizzati da Friends & Partners e da Ferdinando Salzano, il suo manager, eventi come il tour di «Nero a metà», ad esempio, partito dall’Arena di Verona quest’estate per approdare al Palapartenope per i suoi ultimi concerti napoletani, il 16 e 17 dicembre. Società ed artista in qualche modo rischiavano insieme dividendo gli incassi.

Ora la parola passerà al testamento, della cui esistenza i familiari hanno parlato nel comunicato in cui hanno annunciato la volontà dell’artista di essere cremato.
Venerdì 9 Gennaio 2015, 16:32 - Ultimo aggiornamento: 20:51