09/04/16

Gli strani anni a New York di Lennon, ovvero Il mega miliardario popular snob sradicato.

Se non avesse fatto il possibile per incontrarlo, mirando al bersaglio grosso, forse la vita di Lennon sia artistica che personale, sarebbe stata un'altra, e molto differente.

Forse sarebbe ancora con Cyn, non avrebbe praticamente quasi ripudiato il figlio, fino a una tardiva e solo parziale riconciliazione, avrebbe mantenuto i contatti con tutta una serie di amicizie e conoscenze che in fondo, sono il vero succo della vita di ogni giorno.
e forse, non ci sarebbe stato un pazzoide che l'ha rincorso per ucciderlo, in quanto ritenuto persona traditrice, che in privato faceva la vita di un qualsiasi miliardario.
Praticamente la Ono l'ha completamente persuaso a tagliare i ponti con tutto quello che era stato fino a quel momento: le amicizie d'infanzia, drammatica la sua liquidazione di Pete Shotton, trattato come un lavavetri, tutti i compagni di ventura, con i quali si è solo appena salutato un paio di volte dopo il suo volo in America;la vendita della tenuta mastodontica vicino Londra, dove viveva da poco con Cyn, il suo punto di non ritorno definitivo, con il taglio di ogni legame, tranne un flebile legame telefonico con la vecchia nonna, che gli è sopravvissuta.

Eccolo salire sull'aereo dal quale non farà più ritorno, neanche da morto.
A New York, Lennon è un trasandato artista di grande fama, che però ha al suo attivo un solo album personale, peraltro splendido, omonimo, e pronto ad imbarcarsi in ogni battaglia che non appartiene all'artista, e forse nemmeno all'uomo, Fa corsi di terapia da Janov, incontra la New York alternativa, fatta di freakettoni e intellettualoidi di bassa lega, e si butta in operazioni a difesa della donna, della pace, dello stop al Vietnam e insomma, i soliti temi che tutti erano pronti ad accogliere un nome qualsiasi purché illustre.

Tra droghe, attacchi psicotici, dimagrimento, terapie psicoanalitiche o presunte tali, e altro ancora, Lennon, sempre manovrato dalla Ono, si rimette nelle sue mani, al punto che la nipponica gestisce tutto il suo patrimonio e il menage familiare.
Alla fine, Lennon si estranea completamente dal mondo, vivendo in un casello dorato, all'ultimo piano, dove si è fatto insonorizzare un'ampia stanza, dove trascorre la maggior parte del tempo a guardare la Tv, a assumere sostanze, e a scendere ogni tanto per vedere il figlio o per firmare qualche documento contabile e bancario.

Poi, siamo alla fine del 1979, ecco che inizia a riaver voglia di fare qualcosa, questa volta senza urli e schiamazzi pubblici, ogno tanto entra in uno studio di registrazione e registra alla meglio qualche materiale. Infine, il disco, l'ultimo, con Geffen, che reduce dai fasti della West Coast, nel frattempo si era rifugiato a NY dove aveva aperto una piccola etichetta a suo nome,
Ecco che Lennon  riprende a parlare, lo vediamo in un crescendo di interviste e talk presso le radio della città, non più temi di confronto sociale ma una linea assai più personale, sempre esposta in modo anticonforme e singolare, un misto del vecchio Lenonn e di quello americano.
Interviste e chiacchierate spesso molto lunghe, che nessuno ormai ricorda più, meno che mai tutti i vari sognatori, che di Lennon si sono fatta una idea tutta personale.
Non sembrava molto più lucido di prima, ma almeno riusciva a parlare e a fare qualcosa.
Cosa voglio dire, alla fine, e termino: che in fondo Lenno in America era uno sradicato, uno spiantato vero e proprio, con un solo legame stabile, con la Ono, (e il figlio), e niente altro. Un outsider, nel senso di uno che giunto sulla cima, scende e finisce nel gruppone, nella folla, cercando di dimenticare tutto il precedente periodo, e sempre dall'alto dei suoi allora 150 milioni di dollari, oltre a una fattoria con una trentina di mucche, una torre secolare nel centro di manahttan, autista e personale di servizio vario.
Chi era Lennon realmente, negli ultimi quasi nove anni della sua vita?
Un miliardario, con una fortuna immensa, in continua crescita, un millantatore, un impostore, come diceva Chapman, leggendo il Giovane Olden, un venditore di sogni, sempre manipolato dalla Ono, e naturalmente almeno per qualche tempo, un artista di grande caratura, non ci sono dubbi.
Insomma, se la sua vita artistica è stata all'altezza del nome, la sua vita personale si è giocata tra false certezze, falsi sogni, estrema concretezza, un linguaggio risicato e ristretto, per quanto portatore di un pensiero a volte estremamente lucido e interessante.
Meglio che gli artisti parlino con la loro arte: come dichiarò Lucio Battisti nel 1972; non comparirò mai più in televisione, né mai darò una intervista. Sono un artista e parlo solo con il mio lavoro.

Ma per coloro che non sono sognatori, persecutori di realtà immaginarie, per coloro che quindi non seguono il main stream, che vuole sempre inchiavardare un personaggio all'interno di un certo immaginario collettivo da tramandare ai posteri, quindi per pochi e selezionati, segnalo il libro uscito nel 1991 di Frederic Seaman, The Last Days of John Lennon.
Seaman era praticamente il fattotum di Lennon, quello che a parte la Peng, faceva da chaffeur, da commesso, da accompagnatore, da fattorino e insomma, secondo LENNON era il suo schiavetto personale in NY.

Fu infatti Seaman che riuscì a prendere i diari personali in cui Lennon scarabocchiava e annotava i suoi pensieri e sentimenti, in forma rozza e schematica, ma certamente aprendo uno spaccato della sua mente e della sua vita negli anni americani.

La vicenda del diario e del libro di Rosen (amico di Seaman e giornalista), sono poco note ma andrebbero conosciute: Entrambi furono fatti perseguire dalla Ono nei primi anni ottanta, uno, Rosen fu arrestato nonstante avesse restituito da tempo gli originali del diario, che peraltro nonn erano stati fotocopiati ma solo trascritti e restituiti in forma giornalistica, per farne un resoconto giornalistico.

Insomma, solo dopo la chiusura delle vicende e con una compagnia editrice potente, in grado di non farsi intimidire dalle minacce legali degli avvocati della Ono, il libro è uscito nel 2000, poi pubblicato molti anni dopo in italiano da un editore demenziale che spero scompaia presto,
Robert Rosen, Nowhere Man: the final days of J. Lennon.

Il libro era stato scritto originariamente nel 1982, ma ripeto, per battaglie legali e l'arresto di Rosen, ci sono voluti ben 18 anni per la sua definitiva pubblicazione. Nel frattempo era però uscito il libro del suo amico, appunto Seaman, che si muove sulla falsariga e probabilmente si avvale della consulenza e abilità di scrittura di Rosen

E' bene aver chiaro che Rosen non ha mai conosciuto Lennon, ma la sua è una ricostruzione che si basa sia sulle confidenze di Seaman, amico e assistente personalissimo di Lennon (che vive da anni in Francia), e sui diari che Seaman riuscì a far trascrivere in poco tempo a Rosen e per la cui  azione, Rosen fu arrestato, non potendo dire che li aveva procurati un amico, per non farlo finire nel tritacarne. Quindi si tratta di una ricostruzione, però molto veritiera e impassibile, peraltro quasi in tutto simile a quella del libro precedente, che sappiamo in via non ufficiale, essere in parte il contenuto del libro di Rosen, che avrebbe dovuto uscire come unico resoconto giornalistico, 


Nowhere Man Final Days of John Lennon Cover.jpg




Alla prossima.