E' l'unico italiano di cui parlo e non occorre spiegare perché. Genio o no, la musica di Battisti è fuori da qualsiasi discorso di confronto musicale, con suoi arrangiamenti o di altri, la base scarna ed
essenziale della sua armonizzazione e le sue melodie, mai banali e mai semplici, per quanto curiosamente tali. La voce, assolutamente unica, un misto di Leali e Little Tony e altri, mischiati assieme.
Battisti dunque: ma chi era realmente?
A sentire la sua scopritrice, Christine Leroux, una delle persone che giravano nelle case discografiche e nelle piazze, per trovare talenti, lei lo sentì fare un provino mentre se ne stava seduta alla CGD, sentì quella voce che la impressionò. Insomma, lo portò da Mogol che gli disse di ritornare quando aveva qualcosa di meglio, una frase del tipo che si dicono quando si deve non deludere qualcuno e per far un favore all'amica Leroux.
Come è finita la storia tra Battisti e Christine? Lo racconta lei:
Vedi Christine, tu sei stata la prima a credere a me, ma se non era per te, ci sarebbe stato qualcun altro, perché io sono uno che sarebbe comunque arrivato. Fine della storia e non si sono più parlati né mai rivisti.
Quindi, c'è la sicurezza dei propri mezzi e uniti al perfezionismo, possiamo ascrivere Battisti a qualche tendenza di tipo narcisista, ma questa è merce comune a livello alto del mondo dello spettacolo, da Celentano a Elton John eccetera, tutti i grandi nomi sono tutti sicuri del loro successo, sanno di possedere capacità che altri non hanno e non soffrono certo di complessi di inferiorità.
Quando ha iniziato ad incrinarsi il rapporto tra Mogol e Battisti? Diciamo che le cose sono state striscianti, hanno strisciato per almeno 4-5 anno per poi esplodere in modo definitivo.
La società detentrice dei diritti delle canzoni era la Acqua Azzurra, e i diritti la Siae prevedeva fossero divisi in 24 parti: metà all'editore, dell'altra metà rimanente, 8 parti al musicista e 4 al paroliere, cioè autore dei testi.
Questa suddivisione è stata mantenuta nel rapporto societario tra Mogol e Battisti ma c'era un discorso sin dall'inizio che tra i due, avrebbero comunque finito per raggiungere la parità, ossia scendere a 6 su 24 ciascuno, cioè Battisti avrebbe dovuto cedere due parti a Mogol, nonostante che la legge gli attribuisse 8 parti (da alcuni anni è prevista la parità). Ricordiamoci che la Siae per legge versa i proventi agli autori in base al rapporto previsto, non possono esserci differenze, a meno che queste vengano previste con patto interno, valido solo tra i due o più autori.
Mogol a un certo punto, ha deciso che questa situazione di disparità non era più accettabile non solo per questioni di soldi ma anche per questioni di valore e riconoscimento del suo lavoro e su questo piano ha deciso di riproporre a Battisti la questione. Alcuni amici mi dicono che eravamo nel 1974, o nel 1975, e fu durante una cena.
Forse non tutti sanno che in Brianza, a Molteno, Battisti e Mogol erano praticamente confinanti per un pezzo delle rispettive proprietà (Mogol aveva deciso di prendere terra e casa vicino all'amico per stare più prossimi e beneficiare del loro contatto e facilitare il lavoro). Mogol veniva alla sua casa di Molteno nei fine settimana e inevitabilmente si ritrovava assieme a Battisti a chiacchiera e anche a mangiare assieme, a volte anche al ristorante, il Riva.
Quella sera, a cena da Battisti, Mogol pensò di ritornare sulla questione dei diritti e ne parlarono prima di iniziare a sedersi a mangiare, mentre la moglie di Battisti cucinava.
Battisti stava meditabondo a pensare quando sua moglie arrivò e gli disse in modo perentorio:
-vai in cantina a prendere il vino- e gli porse la bottiglia vuota
credo ma secondo altri sarebbe stato di prendere il burro che era terminato, sempre nella cantinetta.
Mogol capì che non ci sarebbe stato più spazio per tali discorsi e terminò la sua cena senza mai più ritornare sull'argomento.
Da quel giorno, i due continuarono a collaborare per altri quattro o cinque anni credo ma tra loro l'amicizia era irrimediabilmente compromessa: da quel momento la collaborazione si limitava a vedersi quando dovevano fare un nuovo disco, Battisti faceva sentire la musica, mugolando con la voce e Mogol tirava fuori i testi e tutto finiva lì. Di fatto funzionavano ancora ma come due straordinari professionisti e artisti, la magia era finita.
Ci furono anche degli screzi e litigi per via del confine tra le due proprietà, cosa che molti, quasi nessuno conosce, con tagli di rami di alberi, recinzioni spostate eccetera.
Si arriva a fine 1979, la collaborazione è ormai in finale, ultimi testi di Mogol, poi la registrazione del disco che uscirà a inizio 1980 e la separazione definitiva, senza strascichi particolari, perché tutto era stato consumato prima.
Dico la mia, come artista: Io credo che legalmente ci fosse questa differenza per legge, 8 contro 4 di 24 parti di diritti e si poteva anche fare comunque a metà, ma come artista, credo che Battisti che era anche cantante e arrangiatore e musicista, aveva comunque diritto a qualcosa di più.
Capisco il punto di Mogol ma nel caso specifico, senza la voce di Battisti, molti pezzi scritti da Mogol non avrebbero funzionato bene con altri cantanti e interpreti. Fine.
Poi, parliamo del dopo Mogol.
Battisti ha dimostrato di avere comunque una notevole capacità anche dopo, con musiche assai più piatte e robuste, senza atmosfere intimiste e testi lineari. La musica è rimasta comunque valida nella sua essenza e i testi di Panella non sono stati affatto privi di incisività, anzi.
E' vero, la canzone pop, semplice e diretta dei primi anni e quelle più complesse di Anima Latina, grande capolavoro con pezzi senza la tipica struttura canzone, intro, bridge, refrain, erano ormai alle spalle ma questo era inevitabile. Pensiamo a quello che accade in questi ultimi venti anni, dove tra fenomeni da baraccone e televisione si portano sugli allori dei nulla che poi ritornano 8 volte su 10 nel nulla dopo uno o due anni.
Pensate che un Battisti vincerebbe una di quelle fiere televisive di oggi?
