09/04/13

Caro Federico Guglielmi e Max Stefani, non sono lontani i tempi in cui Il Mucchio chiuderà baracca.

Una serie di post sul forum de Il Mucchio, per capire che aria tira oggi e chi sono
quelli che si occupano di pop e musica popolare in genere. Devo dire che gli amici de Il Mucchio mi hanno solertemente messo alla porta del forum, dal momento che i miei post erano poco allineati con le posizioni espresse da quella manica di persone che legge e frequenta la anacronica rivista. Con metodi tipici di certa pseudo sotto cultura, si cancellano coloro che non ci piacciono... Come si vede, Federico Guglielmi, si sbagliava quando asseriva che la mia previsione della chiusura de Il Mucchio era errata.
al.m.
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Inizio il blog con questo primo post, che altri chiamerebbero pezzo o articolo.
La scelta ovviamente non è casuale, anche se non essenziale. In America, da dieci anni, Al Gore è divenuto la star indiscussa della denuncia ecologista. Anche ieri, ho letto sull'Huffington post ma anche su altri magazine, che Gore è considerato una star al pari del Rock business: arriva nel suo Jet privato, scende in albergo extra-lusso, poi tiene la sua conferenza, a porte chiuse, dove si entra solo se si è invitati o si paga. Tra uno sfarfallio di schermi al plasma, immagini accattivanti, musiche e mancano i nani e le ballerine, ma poco ci manca. Possiamo credere a gente come Gore o Bono, quando si occupano di tematiche simili, conducendo un tipo di vita che è sotto gli occhi di tutti?
Bono, per entrare in campo rock e musica: oltre a volare con il suo jet privato a giro per il mondo per salvare l'Amazonia, il Panda, le cimici del Perù, è nella top ten delle persone più ricche al mondo. In Dublino, dove i membri della Band fanno base e vivono, stanno restaurando il vecchio studio di registrazione in un nuovo Penthouse da 3 piani, il cui valore si guardano bene dal rendere noto. Comunque il loro patrimonio finanziario in Dublino è stimato in 700 milioni (di dollari).
Nel 2009, Forbes ha posto gli U2 al numero 5 della 100 Top Celebrities; e solo con l'ultimo tour, hanno incassato 130 milioni di dollari, portandosi a casa 69 milioncini tondi tondi.
Non parliamo dei Rolling Stones, che conobbi in Francia, sulla Costa Azzurra un'estate, mentre facevano le prove di un disco, (forse l'ultimo buono che hanno sfornato). Eravamo nel '79, e da quel momento decisi che non volevo più occuparmi di musica rock, non solo per i Rolling, ma ne avevo ormai abbastanza di gente che passava per portatori di pace, benefattori dell'umanità, mentre si riempivano i conti correnti con vagonate di dollari. Non pubblicai né l'articolo, né le foto che mi avevano fatto prendere, (solo tre foto al bordo della piscina della villetta in vista mare dove erano), rinunciando a un buon guadagno e a un discreto credito nel mondo della stampa rock e pop.
Oggi, non sono cambiato: non mi sono pentito di quella decisione, che mi ha guadagnato l'amicizia e il ben volere di decine di grandi artisti degli anni sessanta, vecchie glorie che ogni tanto risorgono per pochi giorni. Sapete che uno come Francesco Zappa, che ha fatto buona parte della storia del rock, dopo centinaia di esibizioni live, in tutto il mondo, decine di dischi, aveva guadagnato qualche milione di dollari, impiegati per mettere su un buon studio di registrazione e una abitazione confortevole (anche se poi sono piovuti molti milioni, a seguito della continua riscoperta della sua produzione, vastissima e smisurata)?
Sapevate che I Rolling Stones, durante la crisi dei mutui sub-primes, hanno accettato durante il tour del 2008 di avere come sponsor una delle principali finanziarie implicate con le fregature date alla gente, facendogli perdere la casa, e sapendo che l''avrebbero persa? Non ho fatto in tempo ha parlarne con John Phillips, che era per la vita comoda, ma a modo suo (non aveva molti soldi quando è morto), ma sono certo che mi avrebbe detto che in quello che lui faceva non c'erano sponsor, di nessun tipo. Magari avrebbe rotto le scatole a quelli della casa discografica per avere degli anticipi, ma vi immaginate un Frank Zappa che suona con alle spalle un cartellone della Coca Cola?
Guardate gente come quel Cherubini, da anni fa delle neniette da quattro soldi, e passa anche da furbetto e da mente aperta. A sentire le neniette che fa non si direbbe proprio (oltre alla storia dell'Abruzzo, il Cd intendo, altra bufala strumentalizzata, anche se non da tutti).
La rivoluzione dicevamo a quel tempo; era uno slogan, una parola che ci passavamo e trasferivamo in tutto, come un passing universale. La realtà era che una miriade di ragazzette e ragazzetti instupiditi dalla pubblicità e dalla Tv, correva allora come oggi a comprare dischi e a vedersi le esibizioni, pagando fior di quattrini. Mettete qualche soldo in tasca a qualche ragazzotto di periferia e poi vedete che rivoluzione fa! Guardate l'incipit di Head! il film di Nicholson e Rafelson con i Monkees e capite.
La rivoluzione del Pop e Rock era una immagine mitica, non politica, almeno in America e in altre parti, non qualcosa come si è voluto lasciar intendere in Italia e in parte in Francia e Germania, dove comunque tutta la spinta politica si è esaurita nello spazio di pochi mesi. Se qualcuno in Italia associa rock, rivoluzione e comunismo, o politica, lo si deve a gente in malafede, degli autentici killers dell'informazione e della libertà, che hanno mestato in tutti i modi le carte e i cervelli dei ragazzi dell'epoca per fargli capire che la vera rivoluzione era quella che intendevano loro: quella dei "Quaderni rossi" e anche neri, che dalle segreterie e sezioni di partito, degli scaltri e furbetti ragazzotti, con i calzoni con la piega, belli stirati, con i soldi in tasca della paghetta del partito, propagavano e divulgavano. E lo facevano giocando sporco; lanciando giornalini e fumetti, riviste e producendo film per giovani e naturalmente organizzando manifestazioni e concerti di musica anche rock. Un emblema di quel periodo è dato dagli Stormy Six, un ottimo complesso dell'area milanese, che aveva esordito con un LP splendido e onesto, per quanto già nel titolo villeitario, non veicolava pace e amore, che in quei tempi dominava la scena: Le idee di oggi per la musica di domani. Alla fine, sono stati un complesso del giro delle Feste dell'Unità e delle manifestazioni del Pci. Uno schifo! Un miscuglio saccente di ideologia e creatività musicale, che è quello da cui quelli come me (e come Francesco, Frank), si sono sempre ben tenuti alla larga (magari facendo la fame o suonando per quattro soldi alle feste di laurea o compleanno o ai matrimoni).
Se vi interessano curiosità e critiche disincantate al mondo musicale dei '60 e '70, (ho conosciuto bene John Phillips, Frank, Don Moye, Grace Slick, che oggi ha una galleria di quadri a SF, John Mc Donald e altra gente, per non parlare di Keith Tippett, Robert Wyatt (grandissima persona) e altri del Canterbury),scrivetemi, posterò altra roba, sempre dei moderatori de Il Mucchio lo permetteranno, dato che sono come altri miei amici, una vecchia volpe, disincantata e con una critica assai feroce verso l'establishment, cosa che oggi mi sembra ormai controtendenza.
Spesso sento nomi di santoni della storia del rock, come tale Zaccagnini o Gandolfi, che in anni di girate nel mondo, non ho mai incocciati. Poi oggi va molto di moda fare programmi alla radio e poi lanciare certa gente o addirittura divenirne produttori. Bella roba! Se ve li bevete, fanno bene.
My pleasure.
alberto marini albertolo502@gmail.com

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Federico Guglielmi

Originalmente inviato da dike
ma soprattutto sta roba stava nel topic di stereonotte, prima che federico lo spostasse.
mi domando PERCHE'.

Ipotesi A: È stato postato a caso.

Ipotesi B: La frase "Poi oggi va molto di moda fare programmi alla radio e poi lanciare certa gente o addirittura divenirne produttori. Bella roba! Se ve li bevete, fanno bene." voleva essere riferita a me, anche se non capisco bene cosa c'entri (i programmi radio li faccio dal 1976, non "lancio" nessuno e di nessuno di coloro che "lancerei" divengo produttore).

Colgo allora l'occasione per rispondere a questo posterò altra roba, sempre dei moderatori de Il Mucchio lo permetteranno, dato che sono come altri miei amici, una vecchia volpe, disincantata e con una critica assai feroce verso l'establishment, cosa che oggi mi sembra ormai controtendenza. dicendo che, sì, il moderatore permette pure, anche se non coglie granché il nesso tra i concetti di "Mucchio" ed "establishment".

Invece, riguardo a ciò, Spesso sento nomi di santoni della storia del rock, come tale Zaccagnini o Gandolfi, che in anni di girate nel mondo, non ho mai incocciati, non capisco bene chi mai gli attribuirebbe il ruolo di "santoni". Potrei anche aggiungere che io, in trentaquattro anni di lavoro nella musica, non ho mai sentito nominare Alberto Marini. Boh, che strano mondo.
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_Figurati, anch'io non lo reggo proprio.

Però usare il suo ruolo di "celebrità" per richiamare l'attenzione su questioni condivisibili non credo proprio sia sbagliato, anche se magari lui lo fa solo per appagare il suo ego e farsi ulteriore pubblicità.

Però non sappiamo quanti dei soldi che guadagna vengano devoluti in beneficenza.

E soprattutto, c'è forse qualcuno che obbliga la gente a comprare i dischi degli U2, andare ai concerti degli U2, far guadagnare gli U2? Fanno musica, milioni di persone li seguono, loro sono ricchissimi.

A me questi discorsi sanno solo di malcelata "invidia" e/o rosicamento.
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Certo, certo.

Però esiste anche un sacco di gente normale, non necessariamente musicisti, alla quale quelli ricchi e famosi stanno sulle palle perché vorrebbero essere al posto loro. E quindi si ergono a "censori", tirando in ballo questioni di coerenza e principio.
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Ma che ne so... cioè, può anche essere... oppure sarà un mitomane.

Per esempio, c'è uno che da anni, più o meno una volta all'anno, mi manda lettere di insulti... lettere scritte a mano, con gli insulti scritti addirittura sulla busta. Mi scrive cose tipo che sono un traditore del vero rock perché, boh, non scrivo un mese sì e uno no un articolo sui Groundhogs, o perché in ogni recensione non ribadisco la grandezza di Johnny Winter.

Il mondo è pieno di disturbati e Internet dà loro l'occasione di avere (o credere di avere) una platea più ampia di quella della gente che possono incontrare al bar o per strada.
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Ci sono molti che fanno programmi in radio e sono anche dei mestatori nell'industria musicale. Non mi va di fare nomi, tanto li conosciamo bene tutti. Per non parlare delle radio private, nella maggior parte sono sotto il padrone Mediaset o altri gruppi industriali e tutti fanno promozioni a gente a pagamento o comunque con ritorni. E' una storia vecchia, in America accade da almeno 50 anni, solo che qui da noi si deve fare ipocrisia.
Per fare un solo nome, Cecchetto, negli anni '80, ma anche adesso, era uno di quelli che passavano per Dj, ma faceva molto, molto di più, anche tutto il resto. Bene, di gente come Cecchetto quelli come me non ne vogliono sentir parlare, come pure di Jovanotti e il suo bel coretto per l'Aquila. Se in America si divertono con jovanotti, facciano pure, sono neniette innocue che non hanno mai dato fastidio a nessuno, e furbetti come lui, ne sono sempre esistiti e ne esisteranno sempre, a partire da Celentano, che non si sa bene se è un rocker o un cantante alla Claudio Villa. Ridicolo poi quando fa il trascinatore e veicolatore di idee in Tv.
Per dirvi chi è che scrive su Rolling Stones, guardatevi il nome di Giovanna Libera Nuvoletti, moglie di tale Petruccioli, e come si arriva ad eleggere uomo dell'anno uno squalo come Mr. Berlusconi. Mi chiedo che senso ha poi tale elezione e fatta da chi? Dai lettori? Allora si spiega tutto, magari poi compra anche quello.
Quanto a come si entra in Rai, lo sapete tutti, e sapete che pezzi da novanta sono quel signore che faceva stereonotte negli anni '80 e poi nei '90, e altri programmi o Battiti, che non voglio nominare, tanto non mi importa.
Il "celebre critico rock" è una definizione data in Tv da Augias (che ha due figlie in Rai), e alla puntata, toh, chi c'era? Guaitamacchi, altro grande critico, musicista e produttore. Ma si facciamo tutto, scriviamo poi anche libri, da vendere nelle edicole, mai utilizzare il Web, perché quello è gratuito.
Quanto a me, il blog rocksessanta l'ho messo su in pochi giorni, e spero se avrò voglia di tirarlo avanti, sono moderatore a dailypaul e di tempo ne ho poco, oltre alla mia professione di medico. Comunque, di gente ne ho vista tanta e conosciuta, quanto a scrivere su giornali, riviste o altro, credevo di aver spiegato che ho messo tutto da parte e in quale occasione. Parlare di gente come gli attuali RS o Paul McCart, o nuove glorie, mi da un senso di nausea, gli unici che mi erano piaciuti sono stati i Nirvana, che si sono imposti contro tutto e tutti, senza farsi irretire dall'industria, per quel poco che sono durati.
Poi ci sono anche altri che non si sono piegati, magari li accenno poi.
Guardate Alice, aveva un buon gruppo, faceva una musica non male e lei era bravissima: l'industria l'ha portata a Sanremo e ne ha fatto una cantante sullo stile di Nilla Pizzi, per quanto lei è una brava, ha una copertura di ottave notevole, vicino a Mina, e sa modulare e accompagnarsi al piano.
A proposito di Nirvana, nessuno ha mai conosciuto il primo gruppo che si è chiamato con tale nome? Che ha fatto uscire un solo album nel 1967, straordinario, per quanto ignorato da tutti (ma non dalla critica). The Story of Simon Simopath, è stato un lavoro molto complesso, cui hanno preso parte alcune delle migliori menti del periodo, e tra i migliori musicisti, con una tecnica di registrazione notevole, non dissimile da quella del Sg. Pepper?
Ascoltarlo oggi può sembrare uno scherzo, ma 40 anni fa, di roba simile, in giro non se ne sentiva.

Ciao a tutti e non vi fate prendere per la coda e vi spiego cosa intendo: dal discorso di Mario Savio, davanti a 700 persone, e a 8 auto della polizia e 6a poliziotti.

«Il rettore ci ha detto che questa è una fabbrica, di cui lui è il capo. E allora, se lui è il capo, questo vuol dire che tutte le facoltà sono sue sottoposte, e che noi siamo solo la materia bruta, che non può avere parola sul prodotto finale. Che cosa saremo? Clienti dell’università, del governo, dell’industria, del sindacato organizzato. Ma noi siamo esseri umani».
«Se tutto è una macchina, c’è un tempo in cui il funzionamento della macchina
diventa così odioso, ti fa sentire così male al cuore, che non possiamo più partecipare; non possiamo neanche partecipare passivamente, dobbiamo mettere i nostri corpi in mezzo alle ruote e agli ingranaggi, sulle leve, su tutto l’apparato, dobbiamo farlo finire. E dobbiamo dire chiaramente al popolo, a chi sta guidando tutta la macchina, a quelli che ne sono i padroni, che, a meno che non siamo liberi, impediremo a tutta questa macchina di funzionare».
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Originalmente inviato da albertolo502
Che ha fatto uscire un solo album nel 1967

Sì, sì, già... un solo album nel 1967
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Jovanotti non mi importa nulla se la canzoncina è di Pagani: il punto è che non mi va lui e quelli che si danno da fare sposando cause sociali. Ci sono sempre stati molti del circuito che la pensano in questo modo, a cominciare da Joni Mitchell, che recentemente ha definito Bob Dylan un falso, uno che non è mai stato se stesso. Ma voglio dire, molta gente si è sempre tenuta fuori dai grandi circuiti e dal grande business, a cominciare dai Love, che rifiutarono l'invito per Monterey (i Doors invece avevano mandato a spigare uno degli organizzatori durante l'audizione di un loro acetato, liquidato come roba inutile): lo stesso Frank, avrebbe sempre preferito suonare in piccoli locali, con poca gente, per non parlare di Fripp e company, che spesso con un camioncino, arrivavano in un pub e la sera suonavano davanti a 150 persone, ignare che quella sera si trovavano davanti i KC in persona e al completo.
A Settembre, ecco un'altra bella trovata: A 41 anni da Woodstock con i suoi tre giorni di “Peace and Music” , Pace e Musica, a Cesena ci sarà una due giorni di “Futuro e Musica”, Woodstock 5 Stelle. Inizierà nel pomeriggio di sabato 25 e finirà a mezzanotte della domenica. Non ci saranno Jimi Hendrix, Joe Cocker, Joan Baez, The Who, Janis Joplin e The Greateful Dead, ma trenta gruppi e musicisti italiani, ne cito solo alcuni, l’elenco completo nei prossimi giorni, Samuele Bersani, Daniele Silvestri, John De Leo, Sud Sound System, Charleston, Teatro degli Orrori, Tre Allegri Ragazzi Morti, Flavio Oreglio, Linea 77, Fabri Fibra e Marracash, Francesco Baccini, Ivan Segreto, Blastema, Max Gazzè, Bud Spencer Blues Explosion, Dente, Calibro 35, Paolo Benvegnù, The Niro, Perturbazione, Marta sui Tubi e insieme a loro decine di migliaia di ragazze e ragazzi che rappresentano il futuro dell’Italia.
Se il futuro musicale dell'Italia è affidato ai nomi citati sopra, allora siamo a posto!

Io porto dei contenuti, basta vedere il mio piccolo thread, e sarei lieto di trovare amici che replicano in modo argomentativo. Non vedo quale vantaggio si trova a replicare senza argomentazioni. Ad esempio, l'argomentazione che in Rai e nelle private ci sono pesi e misure, figli e figlie di, eccetera, mi sembra una osservazione del tutto scontata e non mi riferisco a Guglielmi, che premetto, senza malizia, non ho mai conosciuto, motivo per non criticare. Stereonotte l'ho ascoltata fino al 1990, poi non più, e all'epoca c'era sempre Videtti e altri che venivano dal ciao2001 e dal vecchio nucleo di Popoff.
Anzi a dire il vero, l'unica radio nazionale che ascolto è lo splendido programma dell'amico Carlos Galilea su radio tres Espana:Cuando los Elefantes Sueñan con la Música.
Il podcast non è scaricabile ma è ricco e in buona qualità, e ogni sera ci sono cose da fine del mondo e ringrazio Carlos, per avermi fatto apprezzare Roberto Fonseca, forse il miglio pianista che ho sentito negli ultimi 20 anni, origine cubana (ma a Cuba ci stanno pure almeno altri tre pianisti di rara qualità e unicità, cui mi vorrei ispirare se possedessi il loro talento, da modesto autodidatta).

Grazie a tutti e spero di trovarvi sereni, e non prendetevela troppo con me, sono effettivamente un vecchietto ormai.
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Non è che uno "se la prende". È che arrivi qui, in un forum nel quale da sette anni si discute di qualsiasi argomento, e dispensi dall'alto le tue "perle di saggezza", come se qui dentro ci fossero solo imbecilli che non sanno nulla di musica e si fanno abbindolare dal "sistema".

Oltretutto, con lodevole coerenza, sfrutti lo spazio messo gratuitamente a disposizione da una rivista che, a tuo dire, fa parte di questo sistema. Cos'è, una nuova applicazione delle teorie di Malcolm McLaren (RIP)?

Sia chiaro che a me di quello che fai frega ben poco: sono ormai abituato ai "deliri da Rete" di tizi che cercano disperatamente di attirare l'attenzione, per questioni di ego o perché si ritengono illuminati, ai quali Internet ha dato la possibilità di avere una platea più vasta, almeno in teoria, di quella che prima avevano passando le giornate nei negozi di dischi ad attaccare ferocemente bottone con chiunque desse loro retta.
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Caro Guglielmi
Non mi immaginavo di trovare in te e in persone come quelle che rispondono al
 mio piccolo thread, delle persone così poco equilibrate e dotate di scarsa argomentazione critica. Bene, adesso lo so e mi basta.
Quanto a quelli come te, immagino che tra 20 anni, sarai a parlare dei nuovi fenomeni del momento e a curare inutili programmi radiofonici, magari all'età di 65 anni.  E a dare del pazzo o del cretino a gente come me.
Di persone come quelle che rispondono a queste mie osservazioni, che nessuno fa, ne ho piene le tasche; il mondo è pieno di gente alla Jovanotti, che assumono stili alternativi solo come moda del momento.
Io con la musica non ci vivo, perché come ti ho detto, faccio il medico, e forse anche questo sarà pazzia, ma mi fido meno di quelli che sguazzano nell'ambiente della musica per anni e anni. Enzo Caffarelli, che pure qualche recensione di dischi ne ha fatte, mi diceva che a un certo punto si cresce, e si fa qualcosa di diverso, non si può continuare a scrivere recensioni e articoletti per riviste musicali. Oltretutto la scena è cambiata e cambierà in seguito, motivo in più per cambiare strade.
Voi passate per gente alternativa, per il branco selvaggio, cui vi ispirate, ma siete solo dei semplici e banali Jovanotti, che suonano le stesse neniette, vestiti con il cappellino di lana in testa e qualche mossetta da furbetti scaltretti. Poi, quanto a vita alternativa e diversa, neanche l'ombra: giornalismo, articoli su giornali, promozione di eventi, programmi radiofonici dove si entra solo su raccomandazione o approvazione dei politici o dei padroni, e magari anche produzione di lavori discografici. Se tutto va bene, non ci si sposa in chiesa, ma si fanno figli come qualsiasi famiglia borghese e si gira con il fuoristrada.
Se questa è la tipologia "alternative", veicolata dai Jovanotti e dai nomi che sono citati alla Woodstock alla matriciana, allora lasciamoli fare, vediamo dove arriva questa gente.
Un esempio: Andrea Scanzi, dotato di grande abilità linguistica e facilità di scrittura. Però, quando uno scrive libri acclamati sul vino, si occupa di calcio e va in Tv a quegli orribili programmi sul tema, e scrive un libro sul grillismo, a quanto sembra assai equilibrato e spesso citato, che gli è valso l'ospitata in numerosi programmi Tv da 4 soldi, e poi scrive anche su quotidiani, credo, e credo anche qualche pezzo o collaboratore del Mucchio, bene mi chiedo, perché non si presenta con Montezemolo anche alla Presidenza del Consiglio? Magari sarà nominato da RS l'uomo dell'anno, dopo poco.
Ma quando volete far aprire gli occhi alla gente e fargli sapere chi edita RS? chi detiene le proprietà dei giornali e chi comanda nelle radio e Tv? Perché se veramente voi non siete ingenui come sembrate, il fatto di non toccare mai questi nodi, qualcosa vorrà dire o no?
Non so quanti anni hai, ma probabilmente il tuo narcisismo e senso di padronanza del mondo deve girare a mille, ma in fondo se si dovesse fare un bilancio della tua vita cosa resterebbe, dal pdv pubblico? Programmi radiofonici inutili, articoli e direzione di un magazine alternativo solo a parole, e che sai essere destinato a chiudere il cartaceo entro pochi mesi, poi altro non so.
Meno senz'altro di me, che solo due sere fa, essendo di guardia, ho contribuito a strappare dalla morte un giovane da overdose. E solo questo vale tutto quello che hai fatto in tutta la tua vita.
Di persone come Andrea Scanzi e Federico Guglielmi, cioè giovani rampanti, alternativi e di successo, ne ho già visti altri nel tempo, ma molti, i più non sono durati.
Dal momento che a quanto vedo, non sono molto gradito mi levo di torno. Se vuoi cancellare il thread, fallo pure, dal momento che in Internet, per me, ognuno è libero di fare quello che vuole, senza copyright, permessi o altro, specie se ospite su un forum e magari non gradito. Ho visto che qualche fascistello o comunistello si è sentito di sollecitarti a cancellare senza pietà. Quella pietà che poi in altre circostanze, quelle persone in altri momenti della vita, chiedono a quelli come me, che li curano.
Ma voglio aggiungere che il non gradimento è reciproco.
E se mi chiedi come sono entrato alla Asl, ti rispondo che ci sono entrato come il 95% del personale: per raccomandazione di qualcuno, pur con laurea in medicina e specializzazione, master in America e altro.

Ma quello che posso vantare, sai cosa? Che fino a 15 anni fa, ho girato il mondo almeno 3 volte per intero, e ho fatto esperienze, conosciuto persone, imparato lingue e usanze, che porto con me tutti i giorni. E senza mai prendere una lira da nessuno, senza dare le foto a giornali o riviste, nemmeno per dirti, le foto con Frank, e tanti altri, le conservo qui con me, come quella con il Dalai. Sono parte solo della mia biografia. E che a te non interessi quello che faccio non mi importa, anche se te l'ho detto chiaramente e lo ripeto: faccio il medico e mi diletto a girare per il mondo quando posso e a suonare con gli amici, solo per il gusto di farlo, senza prendere o voler prendere un centesimo, anche se qualcuno ci pagherebbe per delle serate. Mi bastano i miei 2700 euri che prendo al mese.
Scrivi te quello che fai, e quale utilità ha per la gente e per te, mettilo qui per scritto, so che non lo farai e liquiderai il tutto come spazzatura, veleno di un frustrato eccetera.
Vai avanti a fare l'alternativo di successo, tanto prima o poi dovrai scendere, a meno di non saper scrivere bene come Scanzi, o riciclarti nel cinema o moda, o in qualche redazione di quotidiano. Ti vedi realmente a scrivere e lavorare come oggi in questo ambiente tra 20 anni?


MAX STÈFANI: IL MUCCHIO SELVAGGIO STA PER CHIUDERE. OPPURE NO?



Ha preso davvero una brutta piega la querelle nata in seno allo storico magazine Il Mucchio Selvaggio, o meglio tra l'attuale direzione e l'ex direttore della rivista Max Stèfanimesi dopo il divorzio di cui vi avevamo parlato su queste pagine, nella giornata di ieri si è infatti accesa una discussione che stiamo seguendo non senza una certa apprensione e di cui vi riportiamo - e cercheremo di riportarvi nel suo evolversi - i momenti salienti.
Tutto ha inizio alle 8.30 del 28 dicembre 2011, quando Max Stèfani pubblica sul proprio profilo Facebook l'immagine di copertina dell'ultimo numero della sua ormai ex creatura, commentando con queste parole:
“Il Mucchio chiude. Mi scrive l’avvocato del Mucchio/Stemax Coop. che, fatto salvo l’uscita del fascicolo di gennaio, a inizio anno la società va in pre-liquidazione. Chiude l’ufficio, licenziati tutti gli assunti. Tutti gli aventi diritti a compensi, compreso il sottoscritto ma anche tutti i collaboratori che hanno lavorato gratis nel 2011 in attesa dei pagamenti a dicembre, potranno rivalersi nelle sedi adatte etc etc. Una bruttissima fine. Nel modo peggiore.
Gli assassini? Il Governo Monti con i tagli all’editoria “assistita” (anche retroattiva agli anni 2010-2011), una amministrazione “ballerina” e un forte calo di vendite dovute al mio allontanamento dalla direzione a febbraio dello scorso anno.
A Blow Up e Rumore fanno festa (5000 lettori da spartirsi) e tutto sommato pure io anche se con una profonda tristezza nell’animo. È come perdere un figlio che hai fatto nascere e crescere per 33 anni. Te lo hanno sequestrato e l’hanno fatto morire. In conseguenza di ciò sto preparando un nuovo giornale che uscirà a maggio, con vecchi e attuali collaboratori del giornale nonché nuove firme. Di questi tempi pare una pazzia ma mi sono sempre piaciute le imprese impossibili. Insomma... Si riparte!".
Insomma, una bella bomba. Oppure solo un modo per rimarcare la propria centralità nel successo de Il Mucchio Selvaggio e fare un po' di pubblicità a un fantomatico nuovo prodotto editoriale? La risposta si fa attendere fino alle 12 circa, ma arriva a firma del direttore Daniela Federico sulla pagina Facebook ufficiale della testata:
“Le righe postate questa mattina sulla sua pagina Facebook da Stefani, infondate in fatto e diritto e con riferimento alle quali mi riservo sin d’ora ogni più opportuna iniziativa, mi impongono, quale direttore de Il Mucchio e legale rappresentante della Stemax, una, peraltro sintetica, replica. È, innanzitutto, falso che la rivista chiuda e che la società sia in stato pre-liquidatorio. Verosimile, invece, che la stessa Stemax sia costretta, in ragione dei recentissimi tagli ai contributi all’editoria attuati dal Governo Monti, a chiudere l’attuale redazione e a terminare il rapporto con alcuni dipendenti. Ciò che, per chiarezza, non vuol affatto dire che Il Mucchio non sarà più pubblicato: si utilizzeranno, semplicemente, strumenti più snelli ed economici (come accade per il 90% delle riviste). Falso, altresì, che i collaboratori non siano stati saldati per l’attività svolta nel 2011; lo sono stati per il 50% con l’impegno della Stemax - condiviso da tutta la redazione - di onorare la restante percentuale nel corso del 2012 ovvero, se (come tutti, fatta eccezione di Stefani, ci auguriamo), le cose dovessero andare meglio con riferimento a pubblicità e abbonamenti, non appena vi sarà una più immediata disponibilità. 
Falso, inoltre, che il Mucchio abbia subito “un forte calo di vendite” riconducibile al cambio di direzione. Vero l’esatto contrario: i dati medi da aprile a oggi sono, in assoluto, i migliori da quando la rivista è tornata mensile. Con buona pace, questa volta, delle “feste” che dovrebbe organizzare (non tanto i concorrenti Rumore e Blow Up quanto) l’ex direttore. Che, probabilmente, in considerazione dello strascico di cause penali che ha lasciato in dote alla società (e le relative parcelle…), farebbe meglio ad evitare richiami ad “una amministrazione ballerina”. Per il momento, lasciando ad ognuno di voi la valutazione sul (solito) stile di Stefani e rinviando alle sedi opportune ogni considerazione sulla legittimità delle sue affermazioni, non c’è bisogno di aggiungere altro.
 A presto, in edicola.
 Daniela Federico”
Sarà finita qui, oppure no? Ovviamente no. Perché Stèfani risponde prontamente con un nuovo status sul proprio profilo in cui afferma nuovamente di aver ricevuto la lettera e chiosa con:
“Poi però oggi arriva la smentita "ufficiale" sulla pagina fb del giornale e molti di voi abboccano. Secondo voi a chi dovrei credere? All'avvocato o a Daniela Federico e Guglielmi a cui non darei da portare fuori neanche il cane? E perché dovrei accettare supinamente di non essere più pagato per quello che era mio? E non venite a parlare a me di classe per favore”.
Non procederemo oltre, al momento, nel raccontarvi come stanno procedendo le cose, anche perché al momento la discussione ha preso una piega poco felice che ha portato anche a minacce gravi da parte di alcuni utenti verso Stèfani e la sua famiglia, e in realtà non ci sono veramente gli estremi per sapere dove stia la verità: Il Mucchio Selvaggio andrà in edicola a gennaio (c'è già la copertina online) come confermato anche da Stèfani, ma credere alla smentita da parte della testata o alla lettera che l'ex direttore avrebbe ricevuto dal proprio avvocato è al momento solo una scelta di fede.

Massimo Stèfani lascia la direzione dMax Stefani lascia la direzione de Il Mucchio Federicoi Guglielmi

  un esperto di programmi radio di musica,...