13/06/10

Le stelle del Rock sono una feccia?

Inizio il blog con questo primo post, che altri chiamerebbero pezzo o articolo. La
 scelta ovviamente non è casuale, anche se non essenziale. In America, da dieci anni, Al Gore è divenuto la star indiscussa della denuncia ecologista. Anche ieri, ho letto sull'Huffington post ma anche su altri magazine, che Gore è considerato una star al pari del Rock business: arriva nel suo Jet privato, scende in albergo extra-lusso, poi tiene la sua conferenza, a porte chiuse, dove si entra solo se si è invitati o si paga. Tra uno sfarfallio di schermi al plasma, immagini accattivanti, musiche e mancano i nani e le ballerine, ma poco ci manca. Possiamo credere a gente come Gore o Bono, quando si occupano di tematiche simili, conducendo un tipo di vita che è sotto gli occhi di tutti?
Bono, per entrare in campo rock e musica: oltre a volare con il suo jet privato a giro per il mondo per salvare l'Amazonia, il Panda, le cimici del Perù, è nella top ten delle persone più ricche al mondo. In Dublino, dove i membri della Band fanno base e vivono, stanno restaurando il vecchio studio di registrazione in un nuovo Penthouse da 3 piani, il cui valore si guardano bene dal rendere noto. Comunque il loro patrimonio finanziario in Dublino è stimato in 700 milioni (di dollari).
Nel 2009, Forbes ha posto gli U2 al numero 5 della 100 Top Celebrities; e solo
 con l'ultimo tour, hanno incassato 130 milioni di dollari, portandosi a casa 69 milioncini tondi tondi.
Non parliamo dei Rolling Stones, che conobbi in Francia, sulla Costa Azzurra un'estate, mentre facevano le prove di un disco, (forse l'ultimo buono che hanno sfornato). Eravamo nel '79, e da quel momento decisi che non volevo più occuparmi di musica rock, non solo per i Rolling, ma ne avevo ormai abbastanza di gente che passava per portatori di pace, benefattori dell'umanità, mentre si riempivano i conti correnti con vagonate di dollari. Non pubblicai né l'articolo, né le foto che mi avevano fatto prendere, (solo tre foto al bordo della piscina della villetta in vista mare dove erano), rinunciando a un buon guadagno e a un discreto credito nel mondo della stampa rock e pop. Oggi, non sono cambiato: non mi sono pentito di quella decisione, che mi ha guadagnato l'amicizia e il ben volere di decine di grandi artisti degli anni sessanta, vecchie glorie che ogni tanto risorgono per pochi giorni. Sapete che uno come Francesco Zappa, che ha fatto buona parte della storia del rock, dopo centinaia di esibizioni live, in tutto il mondo, decine di dischi, aveva guadagnato qualche milione di dollari, impiegati per mettere su un buon studio di registrazione e una abitazione confortevole (anche se poi sono piovuti molti milioni, a seguito della continua riscoperta della sua produzione, vastissima e smisurata)?
Sapevate che I Rolling Stones, durante la crisi dei mutui sub-primes, hanno accettato durante il tour del 2008 di avere come sponsor una delle principali finanziarie implicate con le fregature date alla gente, facendogli perdere la casa, e sapendo che l''avrebbero persa? Non ho fatto in tempo ha parlarne con John Phillips, che era per la vita comoda, ma a modo suo (non aveva molti soldi quando è morto), ma sono certo che mi avrebbe detto che in quello che lui faceva non c'erano sponsor, di nessun tipo. Magari avrebbe rotto le scatole a quelli della casa discografica per avere degli anticipi, ma vi immaginate un Frank Zappa che suona con alle spalle un cartellone della Coca Cola? Free Image Hosting at www.ImageShack.us
La rivoluzione dicevamo a quel tempo; era uno slogan, una parola che ci passavamo e trasferivamo in tutto, come un passing universale. La realtà era che una miriade di ragazzette e ragazzetti instupiditi dalla pubblicità e dalla Tv, correva allora come oggi a comprare dischi e a vedersi le esibizioni, pagando fior di quattrini. Mettete qualche soldo in tasca a qualche ragazzotto di periferia e poi vedete che rivoluzione fa!
La rivoluzione del Pop e Rock era una immagine mitica, non politica, almeno in America e in altre parti, non qualcosa come si è voluto lasciar intendere in Italia e in parte in Francia e Germania, dove comunque tutta la spinta politica si è esaurita nello spazio di pochi mesi. Se qualcuno in Italia associa rock, rivoluzione e comunismo, o politica, lo si deve a gente in malafede, degli autentici killers dell'informazione e della libertà, che hanno mestato in tutti i modi le carte e i cervelli dei ragazzi dell'epoca per fargli capire che la vera rivoluzione era quella che intendevano loro: quella dei "Quaderni rossi" e anche neri, che dalle segreterie e sezioni di partito, degli scaltri e furbetti ragazzotti, con i calzoni con la piega, belli stirati, con i soldi in tasca della paghetta del partito, propagavano e divulgavano. E lo facevano giocando sporco; lanciando giornalini e fumetti, riviste e producendo film per giovani e naturalmente organizzando manifestazioni e concerti di musica anche rock. Un emblema di quel periodo è dato dagli Stormy Six, un ottimo complesso dell'area milanese, che aveva esordito con un LP splendido e onesto, per quanto già nel titolo villeitario, non veicolava pace e amore, che in quei tempi dominava la scena: Le idee di oggi per la musica di domani. Alla fine, sono stati un complesso del giro delle Feste dell'Unità e delle manifestazioni del Pci. Uno schifo! Un miscuglio saccente di ideologia e creatività musicale, che è quello da cui quelli come me (e come Francesco), si sono sempre ben tenuti alla larga (magari facendo la fame o suonando per quattro soldi alle feste di laurea o compleannno o ai matrimoni).
http://ilmucchio.net/showthread.php?p=548243#post548243 -
http://ilmucchio.net/showthread.php?p=551456&posted=1#post551456

Fegiz file
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Eh si! Potevano togliersi di mezzo, almeno per qualche anno, sull'esempio dei Pink Floyd, appena dopo il successo di The Wall, per me un disco di valore scadente, ma di grande presa commerciale, loro CD più venduto di sempre.
E invece no: Bono Vox e compagnia, ormai raggiunto da anni il livello della macchina fabbrica soldi, non ne vogliono sapere di scendere. Anzi, nel caso di Bono, le occasioni per salire sul suo Jet privato si moltiplicano.
oltre a volare con il suo jet privato a giro per il mondo per salvare l'Amazonia, il Panda, le cimici del Perù, è nella top ten delle persone più ricche al mondo. In Dublino, dove i membri della Band fanno base e vivono, stanno restaurando il vecchio studio di registrazione in un nuovo Penthouse da 3 piani, il cui valore si guardano bene dal rendere noto. Comunque il loro patrimonio finanziario in Dublino è stimato in 700 milioni (di dollari).
Nel 2009, Forbes ha posto gli U2 al numero 5 della 100 Top Celebrities; e solo
con l'ultimo tour, hanno incassato 130 milioni di dollari, portandosi a casa 69 milioncini tondi tondi.
Però, non hanno seguito l'esempio degli Stones, che all'indomani delle truffe americane dei mutui subprimes, firmarono il tour 2008 sotto la sponsorizzazione di una delle più note e implicate finanziarie.
Ma tanto che importa? Gli idoli sono quelli che si vedono da sotto il palco, con il naso all'insù.
Sono sicuro che questo piccolo intervento non sarà pubblicato: troppo specialistico, dal di dentro, a chi interessa?
Comunque, grazie.
alberto marini    esperto pop anni '60 e fattarelli relati. - http://forum.corriere.it/invia/fc/inviato.php?fid=5&id=1599646

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