11/09/10

Robert Wyatt-Orchestre National De Jazz, Around Robert Wyatt

Robert Wyatt / Orchestre National De Jazz  Around Robert Wyatt (2CD)
Una edizione di qualità, anche se a mio avviso non aggiunge né toglie nulla all’opera originale è stata nel 2009 la Orchestre National de Jazz, Around Robert Wyatt, per la Bee Jazz.
In ogni caso, sono pochi ma sparsi in tutta europa, dalla fredda Scandinavia fino alla Spagna e Grecia, gli ammiratori di Robert Wyatt, che non centelllinano tributi, rispetto e amicizia ripagata al mitico vate del Progressive poi denominato Canterbury sound e la sua Patafisica. Il doppio CD si concentra sulle composizione di Robert da solista, dopo l’esperienza mitica dei primi Soft Machine (più volte mi ha deto che erano in tutto e per tutto simili, loro e i Pink Floyd, anche nell’uso dei Light Show, dipinti artigianalmente su pezzetti di plastica dalle loro ragazze o da loro stessi.
Ma quella musica, quei suoni riverberati e carichi di echoes, non li troviamo su questo lavoro, dove la esile e dolce voce trasognata di Wyatt si lascia accompagnare da un complesso Jazz inserito in una vera e propria orchestra classica, per la direzione e orchestrazione di Daniel Yvinec,( equilibrato e sempre composto), tranne pochi brani, dove la voce è fornita da due cantanti francesi, due ottime voci femminili, che forse costituiscono l’unica vera novità del lavoro, dal momento che in tanti anni, non ho mai ascoltato brani di Robert ripresi da altri, se non dal vivo o assieme a lui.
Il lavoro comunque si fa apprezzare per la rigorosità degli arrangiamenti (sapete che Robert non ha mai voluto accreditarsi come musicista compositore, ma di fatto, tutto il giro dei suoi amici, Robert Fripp per primo, lo reputano un creatore e ispiratore indispensabile), che evitano l’apertura verso voli orchestrali maestosi e forse eccessivi (penso al disco orchestrale di Joni Mitchel e a tanti altri lavori, dove il risultato è un disco da “Light Orchestra” di lusso, ma completamente snaturato dal contesto popolare tipico della pop music.

Un lavoro comunque da rispettare e che si fa ascoltare, e per la sua raffinatezza, contrasta spesso con i testi e i contenuti del Wyatt anni ’80, rivolti contro la Tatcher e la upper middle class inglese, (quella cui lui proviene). Spesso Robert si arrangiava solo con una sovrapposizione di sintetizzatori, o con un solo Fender Rohdes, a fare da contraltare e rimando alla sua flebile voce, che in certi tratti mi ha sempre fatto pensare a uno dei più grandi talenti della mia giovinezza, quel Chet Baker, che alternava alla tromba il canto della sua voce incredibile e unica, stralunata e intensa come poche.Tante volte, ascoltando Robert accompagnato da un piano solo e al suo canto, ho riprovato quelle sensazioni che mi ispirava Baker, emozioni intense, spesso irrefrenabili, sognanti e lunari.

Quando non è Robert, le voci sono di Rokia Traoré, la delicata Yael Naìm (se non si rovina con la pubblicità), Camille, Iréne, Jacob. Da The Song, primo brano a Just as you are, il testimone vocale sembra passare da Robert a Yael, ma nell’insieme, per tutti gli appassionati del Wyatt non prog, ma multietnico e multicentrico, che gira attorno alla Word Music, (ricordo il brano Cubano in Spagnolo, ripreso anche da De André e Te recuerdo Amanda).

Un ottimo lavoro, uno dei pochi da ricordare nel 2009, anche se niente di nuovo luccica.
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